La migrazione SEO è fondamentale per non perdere i posizionamenti acquisiti, magari dopo anni di lavoro. Vediamo insieme un caso di studio in cui i nuovi proprietari di un sito decidono di non rispettare questa prassi procedendo a una ristrutturazione totale senza effettuare una corretta migrazione delle pagine.
Sede: Emilia Romagna.
Settore:
- Servizi medicali
Periodo di riferimento:
Giugno 2020 – Giugno 2021
La situazione:
Il sito in questione veniva da anni di lavoro di SEO costante dove si era prima posizionato e poi consolidato come il principale punto di riferimento organico per i servizi offerti, posizionandosi nelle primissime posizione con tutte le parole chiave utili. Il risultato era stato ottenuto tramite:si è rivolta a noi in quanto aveva l’esigenza di:
- Sviluppo di un sito strutturato in ottica SEO
- Contenuti pensati per un posizionamento ottimale
- Strategia SEO di monitoraggio e ottimizzazione costante
Il problema:
La migrazione SEO permette a Google di non perdere di vista le pagine che ha indicizzato. Quando si rinnova un sito o dei contenuti è inevitabile perdere posizioni perché il motore di ricerca deve ricalcolare il valore delle pagine di cui inevitabilmente riconoscerà le modifiche. Non è però inevitabile: una corretta migrazione, non solo in senso strettamente tecnico, permette di ridurre al massimo il calo e di recuperare velocemente. Bisogna semplicemente predisporre il sito “nuovo” tenendo in considerazione quello “vecchio” e operare la migrazione vera e propria con gli strumenti disponibili (htaccess, php, apache, plugin, etc).
Gli effetti:
La scelta di non effettuare alcun tipo di migrazione SEO e di sostituire il sito online, ben strutturato e ricco, con un sito vetrina di poche pagine ha portato a:
- Crollo verticale del traffico da motori di ricerca: il sito aveva decine di pagine di servizi indicizzati che, una volta sparite, hanno generato una quantità spropositata di errori 404 (page not found) aggravando il crollo.
- Sparizione delle pagine di atterraggio: senza le pagine dei servizi, che a forza di restituire errore sono state dimenticate da Google, sono venuti a mancare i riferimenti per gli utenti. Di conseguenza sono rimaste solo le ricerche “brandizzate” a portare traffico al sito.
- Diminuzione del pubblico: l’assenza di parole chiave “non brandizzate” implica che tutto quel pubblico che necessita i servizi offerti non ha più modo di trovare l’azienda. Questo impedisce di trovare nuovi clienti.
Risultati
Vediamo nel dettaglio i dati di questa debacle confrontando i risultati dal 5 al 10 giugno con paragone anno su anno dopo la messa online del nuovo sito senza migrazione SEO.
I dati
Traffico
Conversioni
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